AVIS Comunale Cremona

7 A CURA DI MASSIMO M.VERONESE (ED. IL GIORNALE ) Ricordare Indro Montanelli, nel ventesimo anniversario della scomparsa, è sempre un’avventura culturale di grande significato, perché Egli fu e rimane il Giornalista più significativo e straordinario della nostra stagione storica e culturale...Ebbe a riconoscere, in una delle Sue espressioni più frequenti, “Non ho potuto sempre dire quello che volevo, ma non ho mai scritto quello che non pensavo”. Ora, gli Amici, Gli dedicano un libretto, di poche pagine, ma di notevole interesse, sul piano umano e culturale, in cui emergono valori di amicizia e di solidarietà, che rimangono fissi nella mente e che , spesso, ci fanno ricordare che Montanelli è stato un “protagonista” del nostro Giornalismo, che ha saputo arricchire dei valori più alti. I “Ricordi” sono di giornalisti famosi del “Giornale”, il Foglio nato dal “Corriere della Sera” e che ebbe una sua continuità, legata ai tempi dell'ultimo Montanelli, quando ebbe il senso della proprietà della sua invenzione e riuscì a renderlo strumento eccezionale di una stagione straordinaria. Augusto Minzolini inizia con un tono da amico e da conoscitore della stoffa giornalistica del suo Maestro: “Indro Montanelli è un pezzo di storia patria. Uno di quei personaggi che caratterizzano un'epoca, che lasciano un'orma indelebile per ciò che hanno fatto e per lo stile inconfondibile che li ha resi unici. Irripetibili. Uomini che hanno avuto una visione del mondo chiara, un punto di vista ben definito, una collocazione – nel suo caso nella cultura liberale – senza dubbi e infingimenti, ma che per la loro statura sono diventati patrimonio comune di un Paese. Tutti, anche i nemici alla fine hanno considerato Montanelli un punto di riferimento, un maestro”. Il pensiero corre subito, sfogliando le pagine, al “documento” di un amico autentico di Montanelli, Giorgio Torelli, che spesso diventò l'interprete di tanti suoi desideri (una volta lo inviò per il mondo, con il preciso compito di conoscere i Missionari, dopo che una Signora gli aveva chiesto questo compito...e lo realizzò nel modo più esemplare...), lui che conosceva nel fondo il Direttore. “Non è che Indro pensasse: Dio non c'è e dunque è vano ragionarne, tanto non si verrebbe a capo di nulla. Niente affatto. Dio lo insospettiva al punto di alzare un lamento generico, che però conteneva un profondo sospiro. Purtroppo – pensava – non ho la fede. Magari ne fossi toccato. Se la cavava così, tagliando corto sul tema ed esprimendosi come un utente della Creazione a cui non fosse mai arrivato il pacco-dono con la scritta la fede cristiana...Dichiarava il massimo rispetto per i missionari e riassumeva l'intera categoria nella frase generica e indicativa: 'Quelli di padre Gheddo'. Piero Gheddo è il missionario del Pime di Milano (già deceduto), giornalista e scrittore, incessante viaggiatore della terra, testimone diretto delle guerre, delle rivoluzioni e delle intraprese in nomine Domini. Gheddo ha sempre spedito cartoline a Indro dai continenti. E tra le righe – inespresso per rispetto – c'era sempre quel che il Destinatario poteva intendere se mai lo volesse...Fu Papa Wojtyla a impressionare apertamente Indro, dopo un invito a cena in Vaticano. Gli propose di recitare una preghiera di suffragio per mamma Maddalena Montanelli, donna di alto sentire, che aveva pregato fino ai 96 anni per la conversione del figlio cattolico senza fede. Montanelli ne fu toccato. E dicono che si inginocchiasse nella penombra della cappella privata (la testa fra le mani) mentre attorno ai due – il pontefice e il grande giornalista – si instaurava il silenzio pieno della riflessione”. Questo è stato Montanelli, questo messaggio ha lasciato, fatto di intelligenza e di curiosità intellettuale, per questo , a pagina 63, si parla degli “Anni del piombo”, quando - il 2 giugno 1977 – verso le 10 del mattino fu colpito con otto colpi: un gruppo di fuoco composto da tre brigatisti....ma nel 1987, “quando il terrorismo era stato sconfitto, Montanelli incontrò i suoi attentatori”. I titoli dei tanti interpreti di questo piccolo documento – umano e di amicizia – sono una testimonianza precisa di quello che fu il Maestro del Giornalismo italiano: “Un condottiero sempre fedele alla libertà e alla Lettera 22”, “Simbolo del libero pensiero che nessun Torquemada cancellerà mai”, “La verità è una pianta che in Italia non attecchisce. Non c'è episodio cui io abbia assistito che non sia poi stato alterato da interessi particolari…”. Alla fine, un pensiero di Indro Montanelli, per ricordarlo profondamente. “Un vizio tipicamente italiano. Il vizio della partigianeria. Non riusciamo a uscire dalla logica della bottega, che sia una bottega o che sia l'altra”. ...NON C'è EPISODIO CUI IO ABBIA ASSISTITO CHE NON SIA POI STATO ALTERATO DA INTERESSI PARTICOLARI… ... OCCHIO AL LIBRO “MONTANELLI...MON AMOUR” a cura di Angelo rescaglio * direttore de “il dono del Sangue”

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