AVIS Comunale Cremona

11 AVIS CREMONA PASSATORE … E 31 … DICE GAGLIARDI (IL PODISTA DI STENICO) La ‘corsa’ è la base di ogni sport, il muoversi è la base della vita, è la competizione più democratica, in quanto ti trovi con l’operaio, l’ingegnere, l’avvocato e il primario ospedaliero, tutti lì a omaggiare un rito primordiale: muoversi per mantenere la salute, cioè, la ‘voglia’ di vita. Gagliardi vuole essere chiamato solo ..podista, non maratoneta o ultra … anche se poi quelle cose lì le fa. La 100 km del Passatore per ogni podista, è la MilanoSanremo per ogni appassionato ciclista, anche se quest’ultima essendo riservata solo ai professionisti non può essere goduta da tutti come invece capita a noi podisti, questo perché il ciclismo, il calcio, i Gran Premi di auto e moto, tennis, pallacanestro e altri sport sono gestiti dal “business” per cui diventano esclusivi, mentre l’Atletica Leggera essendo ancora un’isola felice dà ancora spazio allo Sport, alla passione, al coraggio … cioè a tutti. Con l’edizione del 2022, alla 48° Edizione della 100 Km del Passatore, Gagliardi Francesco, ha raggiunto la sua 31° partecipazione e per la 31° volta “IO C’ERO”. Poi nel 2020 e 2021 ha vinto il Covid. E’ con un genuino orgoglio che già nel 2019, mostra il bel piatto, in Piazza del Popolo a Faenza, che gli viene consegnato con la dicitura … per 30 Volte Io C’ero. Questo è un risultato che lo rende molto soddisfatto, perché dopo aver ricevuto i riconoscimenti delle 5, 10, 15, 20, 25 volte ricevere anche la 30 (per adesso) completa una collezione che pochi podisti possono dire di aver conseguito, in quanto il tutto è stato costruito e realizzato senza l’assillo del “tempo”. l tempo, questo conosciuto, ma anche sconosciuto parametro della nostra vita, condiziona giornalmente la nostra esistenza, anche se negli ultimi decenni si è fatto sempre più incalzante e predatorio del nostro esistere. Il camminare aiuta a vivere il tempo in maniera diversa, a prendersi il tempo, ad accettare i limiti di chi vive sulla terra, ad accettarsi. Noi siamo solo alberi recenti di un bosco antico e quindi riscopriamo senso nei ritmi della natura. Dalla frequentazione della natura, però, ci arriva la serenità che consente il disincanto e l’emozione per le piccole grandi cose della vita. Secondo il mito greco, il nostro tempo è Kairòs che indica il momento giusto, l’occasione, l’opportunità vantaggiosa, la giusta misura. I Greci lo raffiguravano con le ali ai piedi (come marchio Fiasp, marce Non Competitive), che procede in punta di piedi e tiene in equilibrio una bilancia. Volevano far capire che si deve cogliere l’occasione al momento opportuno. L’istante è fugace, ma una volta passato non può più essere recuperato. E’ necessario quindi coglierlo al volo (Carpe diem… cogli l’attimo). Infatti il tempo è uno dei tre gesti che non si possono recuperare: la pietra quando l’hai lanciata, la parola quando l’hai proferita e il tempo quando l’hai perso …e l’occasione è sfumata. Ma per vivere il tempo reale e gustarlo, per camminare disincantati ed emozionati, servono pazienza, costanza e perseveranza. Essere passisti non velocisti. La pazienza è la virtù dei vecchi, ma i giovani dovrebbero anticiparla. Non è di moda camminare, parlare, perché viviamo in un mondo impaziente. Le possibilità sono tante ma la vita è breve; così siamo sovraccupati e pressati dalle scadenze, dalla velocità a raggiungere i traguardi più o meno immaginari e non necessari. Tanti giovani non vivono, quando stanno con gli altri guardano il loro smartphone, sono sempre collegati agli apparecchi come i malati in una sala di rianimazione. Non hanno pazienza per capirsi in profondità sul senso della loro vita, forse proprio loro hanno più bisogno di camminare, di pensare camminando, di progettare camminando. Vedo molti podisti che vivono il “tempo” della “marcia di fretta”, correndo sempre come nelle corse Fidal, cioè vivono solo il tempo Kronos, quello che è sull’altare di ogni corsa competitiva, venerato come un Dio che ci condiziona anche nei momenti ludici e che invece di apportarci benessere ci crea stress: quello della prestazione fine a se stessa. Si dovrebbero favorire ed incentivare le manifestazioni lunghe, di diverse ore, dove si creano i “globuli rossi Fiasp”, quelli lenti del passista. E’ solo avendo seguito questa mia impostazione ludico-motoria che sono riuscito a “fare 31”. Inseguendo il “tempo della prestazione” mi sarei accontentato solo di qualche partecipazione perché poi, non sarei più riuscito negli anni a migliorare il mio tempo. Io ho inseguito la soddisfazione dell’esserci e del riuscirci, per me, non per gli altri; si corre per la propria autostima e per la propria soddisfazione di fare “una cosa” che ci piace e che ci appaga. Francesco Gagliardi Pubblichiamo un intervento del Socio sostenitore avisino Francesco Gagliardi, organizzatore de" la marcia del torrone" i cui proventi, da anni, sono a favore dell'Avis di Cremona. Francesco è un podista indomito e appassionato. Per ragioni di spazio abbiamo dovuto sintetizzare alcuni passi della sua testimonianza apparsa sul quotidiano l'Adige di Trento.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDMyMQ==