AVIS Comunale Cremona
8 DI ERICH MARIA REMARQUE (PUBBLICAzIONI DEL CORRIERE DELLA SERA) * direttore de “il dono del Sangue” Si tratta di un romanzo pacifista, pubblicato nel 1929, dallo scrittore tedesco Remarque Erich Maria (1898–1970), che presto per le sue prese di posizione di rottura fu osteggiato dai nazisti (nel 1933 la dittatura decide di bruciare e mettere al bando le sue opere...); ora, in una ricca azione editoriale del “Cor- riere della Sera”, che comprende circa trenta volumi , tra diari saggi e ro- manzi, per celebrare la tragica avventura della “Grande Guerra”, al numero 11 comprende queste “pagine scritte”, che testimoniano il tragico destino di una generazione distrutta o rovinata dalla guerra (così, accusato di disfattismo e di tradimento dal governo nazionalsocialista, l'Autore si rifugiò in Svizzera e poi in America). A 18 anni entra, volontariamente – come per tanti giovani di quella generazione – nell'esercito tedesco, combatte sul fronte occidentale, dove viene seriamente ferito. Narrerà in questo romanzo la sua avversione per una guerra voluta da altri, in nome di un potere assurdo: “Niente di nuovo sul fronte occidentale ...viene considerato uno dei più grandi libri mai scritti sulla carneficina della Prima guerramondiale...il tentativo, perfet- tamente riuscito, di raccontare una generazione che, anche se sfuggita alle granate, è stata di- strutta dalla guerra” . Il poeta Ungaretti, ugualmente spettatore e attore di una tragedia tanto disumana, aveva scritto: “Si sta come / d'autunno / sugli alberi / le foglie”, ad in- dicare questa terribile precarietà della vita, nelle aule scolastiche presentata allora come una scelta di ci- viltà (ecco Kantorek, “il nostro professore...un ometto severo, vestito di grigio, con un muso da topo...Nelle ore di ginnastica...ci teneva tanti e tanti discorsi, finché l'intera classe, sotto la sua guida. Si recò compatta al comando di presidio ad arruolarsi come volontari”). Nel racconto, scritto bene e at- tento a creare situazioni di intima riflessione, tro- viamo pagine indimenticabili, come quella del “nemico morto”: inchiodato nella buca scavata da una bomba, mentre il campo di battaglia è spazzato da una pioggia orizzontale di tiri, il soldato ha ucciso un nemico. Adesso sono lì, il vivo davanti all'ucciso. E il soldato, ora, al di là del nemico scopre l'uomo, il fratello: il monologo è allucinante, e sorge tra due abissi di silenzio... ( “Perdonami, compagno, come potevi tu essere mio nemico? Se gettiamo via que- ste armi e queste uniformi, potresti essere mio fra- tello, come Kat, come Alberto. Prenditi venti anni della mia vita, compagno, e alzati; prendine di più, perché io non so che cosa ne potrò mai fare” ). Come altrettanto efficaci sono le pagine dedicate al “silenzio dei ricordi”, dolci ricordi, ma pure muti; come di sotto a una lastra di ghiaccio traspare l'al- tra vita, essi appartengono a un altro mondo, che appare perduto per sempre. E la nostalgia si tramuta in disperazione. Nuda, fredda, inesorabile. La sug- gella uno squallido rumore di marmitte. Ed essa resta chiusa, serrata nel cuore per sempre. Chiude una riflessione che chiama in causa il pas- sare rapido delle “generazioni”, quasi un vento che spazza via ogni cosa, con la sua furia inesorabile: “Davanti a noi in fatti sta una generazione che ha,sì, passato con noi questi anni, ma che aveva già prima una casa e una professione, e ora ri- torna ai posti di un tempo, dove dimenticherà la guerra. Dietro a noi sale un'altra generazione, si- mile a quella che noi fummo un tempo, la quale ci sarà estranea e ci spingerà da parte. Noi siamo inutili a noi stessi. Andremo avanti, qualcuno si adatterà, altri si rassegneranno, e molti rimar- ranno disorientati per sempre. Passeranno gli anni, e finalmente scompariremo” . E, insieme, rimane la certezza, dopo tante paure, che “La vita, che mi ha fatto attraversare questi anni, è ancora nella mie mani e nei miei occhi. Se io abbia saputo dominarla, non so. Ma finchè dura, si cercherà la sua strada, vi consenta o non vi consenta quell'essere che nel mio interno dice 'io'”. “ PERDONAMI, COMPAGNO, COME POtEVI tU ESSERE MIO NEMICO?” OCCHIO AL LIBRO NIENtE DI NUOVO SUL fRONtE OCCIDENtALE a cura del prof. Angelo rescaglio*
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