AVIS Comunale Cremona

12 AVIS CREMONA C’è CHI VA.... La scorsa primavera, una volta arrivata per Marina la certezza della meritata “pensione”, abbiamo concordato di dedicare in autunno un suo saluto speciale ai donatori che in questi anni ha incontrato in Avis. Perciò, ricalcando le orme di quel lontano febbraio 2008, in cui sul giornale associativo ”Il dono del sangue” compariva una intervista fatta alla nuova assunta, abbiamo deciso di intervistare anche stavolta Marina. Ciao Marina, facciamo il punto sulla tua permanenza in Avis Sono arrivata in questa sede 17 anni fa. Era il 2008 e devo dire, con una frase usuale, che questi anni, dalle mille sfaccettature, sono volati. Provenivi dall’Ospedale di Cremona e come mai hai scelto di lavorare in Avis? Lavoravo come infermiera professionale da 22 anni nel reparto di ortopedia dell’Ospedale Maggiore cittadino e conoscevo la realtà di Avis da esterna, ma avevo ben presente l’importanza del dono del sangue, lavorando nel reparto chirurgico. Avevo anche voglia di cambiare, uscendo da una routine sia pure appagante, e di mettermi alla prova con nuovi stimoli ed argomenti. Devo dire che ho trovato un ambiente accogliente e stimolante, con spunti professionali che spaziano in vari campi; mi sono buttata in questa esperienza nuova per me, all’epoca, con entusiasmo e devo dire che mi sono sentita appagata. Sinora abbiamo parlato del lato professionale e di formazione personale, ma con i donatori come ti sei trovata? Direi che, essendo estroversa di carattere, non ho fatto alcuna fatica a stabilire relazioni con i donatori, anzi per me sono sempre stati la priorità. Questo mio lato caratteriale ha fatto sì che tuttora, anche al di fuori dell’ambiente lavorativo, ci siano saluti e contatti informali basati sulla simpatia ed anche sull’empatia. Anche dopo i prelievi spesso i donatori si rivolgono a me con fiducia confidandomi qualche timore o cruccio legato alla salute. Io ritengo che si sentano ben accolti se entrano così in sintonia con me e mi fa piacere contribuire al loro benessere interiore. Siamo quasi al termine della nostra chiacchierata, puntiamo l’attenzione su un momento difficile e su un episodio simpatico capitato in questi anni. Sicuramente il momento più difficile è stata la pandemia. Noi non eravamo in prima linea come tanti nostri colleghi degli ospedali, cui va tutta la mia stima, ma ugualmente nei primi mesi dopo la ripresa delle donazioni, sono rimasta sconvolta dai resoconti dei nostri donatori. La paura ed il dolore erano tangibili. Storie di vita così intense e talora drammatiche che hanno ancora il potere di commuovermi oggi. Molti gli episodi simpatici. Te ne racconto uno: Un donatore mi portava sempre i cioccolatini ad ogni suo passaggio in sede. Cosa che ovviamente gradivo molto. Dopo un po’ di tempo decisi di mettermi a dieta e di seguire un programma fitness. Appena lo seppe, con delicatezza infinita, non mi portò più i cioccolatini (rigorosamente banditi nella dieta) ma continuò a coccolarmi con …le barrette proteiche. Concludiamo con un sorriso l’intervista a Marina augurandole momenti sereni e, da parte sua, un caro saluto a tutti gli avisini. Andreina Bodini MARINA CODAZZI

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