7 DI GEORGE ORwELL (ED. MONDADORI ) municati, viene condannata alla pubblica infamia nel giro di qualche ora per tradimento e violazione dell’ideologia. I giornali e i comunicati vengono riscritti e si distrugge qualsiasi documento preesistente che contraddica la versione corrente della classe di governo. Allo stesso modo, la presunta guerra in corso tra nazioni è spesso soggetta a cambi di fazione e alleanze: tutti i libri di storia, i testi di studio, i giornali, le riviste, le cartine, i comunicati, i proclami, i manifesti e i volantini precedentemente rilasciati sono richiamati, distrutti e riscritti in quella che è una vera e propria manipolazione e distorsione della realtà sulla base della convenienza contingente della politica. Il partito vuole potere assoluto di vita, di morte e di pensiero sulla popolazione: un popolo che non pensa, o che, meglio, non ha bisogno di pensare, è un popolo che non si ribellerà mai. Se è vero che le parole sono lo specchio del pensiero, allora occorre poter controllare anche queste: la lingua viene impoverita, molti lemmi vengono cancellati dai vocabolari e si creano dei neologismi nello slang di partito che vanno ad esprimere molti concetti semplici, appiattendo le sfumature e riducendo il lessico a disposizione a qualche misera decina di parole. La violenza di questa pervasività sembra incontrastabile: eppure sono i piccoli, grandi gesti di ribellione che mantengono umani persino gli affiliati alla stessa organizzazione, a tutti i livelli. Winston Smith, impiegato modello, nasconde in realtà una grande sete di libertà, di rivalsa, di evasione dalle regole e dagli schemi. I primi suoi atti di ribellione ci commuovono sin dalle prime pagine: innanzitutto la potenza dei suoi pensieri di rifiuto e di repulsione verso l’oppressione e l’oppressore, che lo portano a pensare “urlando” il suo disprezzo. È un urlo silenzioso, ma potentissimo, un bisogno di libertà e di spazio, un’eruzione di sentimenti di ingiustizia e di disgusto verso tutti colori che attentano alla libertà delle persone e dei popoli. Il secondo piccolo, grande gesto di sovversione è molto più delicato, ma estremamente simbolico: scrivere i propri pensieri, simili ad un fiume in piena, sulla carta lussuosa di un quaderno rilegato, rimediato da Winston insieme ad un’elegante stilografica presso un rigattiere. La scrittura, la vera scrittura intesa come espressione di un pensiero critico, è chiaramente proibita in quanto trasgredisce ad uno dei diktat del regime, ovvero quello della non necessità di pensiero, ma diventa uno strumento terapeutico per Winston, il quale decide -non resistendo più- di sondare il terreno, prestando attenzione ai piccoli segnali lanciati da persone anch’esse non conformi: uno sguardo furtivo, una minuscola esitazione nel giubilo della celebrazione di Big Brother, un’occhiata rivelatrice. Infine il terzo, e più importante, gesto di evasione è l’accoglienza del sentimento più umano, ovvero l’amore e la tenerezza da parte di un’altra persona. Winston, infatti, si innamora, ricambiato, di Julia, a sua volta membro militante e all’apparenza devoto dell’EngSoc. Winston e Julia, infatti, trovano il modo di coltivare il loro amore, di vedersi e incontrarsi in mezzo a mille difficoltà, attorniati da spie e delatori che inevitabilmente scopriranno la relazione e la denunceranno al temutissimo Ministero dell’Amore. Sono consapevoli che la loro cattura sia inevitabile, sono consapevoli che saranno prima o poi torturati e uccisi per questa loro devianza, in quanto il regime non tollera sentimenti diversi dalla dedizione assoluta e cieca al partito, ma, ciò nonostante, si aggrappano al loro sentimento, alle emozioni che li rendono più umani e più vivi. Con i loro occhi, persino una cenciosa stanzetta sopra ad un rigattiere sembra un paradiso, perché lì riescono a vivere, a parlare, a pensare come persone autonome, oltre che come un tutt’uno: si sentono vivi, innamorati e determinati a reagire e a ribellarsi. Sono piccoli gesti di coraggio e di umanità, di amore e di dolcezza, di ribellione e di rabbia che ci ricordano quanto il nostro contributo come membri pensanti della società sia importante e fondamentale per il prossimo, ma anche per noi stessi. Siamo esseri senzienti, pensanti e razionali, siamo emotivi, proviamo sentimenti: tutti noi siamo responsabili, abbiamo l’onore e l’onere di poterci ergere in difesa di noi stessi e del prossimo, individualmente e come membri di una collettività che detiene il vero potere e che può decidere del proprio destino. ... “NEL TEMPO DELL’INGANNO, DIRE LA VERITà è UN ATTO RIVOLUZIONARIO ” ... OCCHIO AL LIBRO “1984 ” a cura di lucia Catelli “La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”, così professa lo slogan del partito EngScoc e a questo slogan sembra ispirarsi Winston Smith, scialbo impiegato del Ministero della Verità. Le sue grigie giornate trascorrono monotone e pressoché uguali, in un susseguirsi di azioni di routine: la sveglia, il lavoro di ufficio, intervallato dalla mensa, il “volontariato obbligatorio” in qualche associazione di partito, le ore di sonno. Queste operazioni sembrano ripetersi ancora e ancora, immutate e immutabili, in quella che sembra una rappresentazione dell’ideale di vita professato dal regime di Big Brother, ma che in verità non sono che una facciata, una copertura per una realtà ben diversa. A livello societario, innanzitutto, quello che sembra un comune lavoro di ufficio corrisponde di fatto ad una vera e propria riscrittura di documenti, testi, romanzi, riviste e quotidiani in modo tale che questi siano conformi alle posizioni pubbliche ufficiali del partito. Per esempio, la stessa persona, pubblicamente elogiata il giorno prima per mezzo di giornali e co-
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