AVIS Comunale Cremona

9 DI EMANUELE TREVI (ED. NERI POZZA) Si è conclusa, lo scorso8 luglio, con la celebrazionedi EmanueleTrevi, la75aEdizionedel più significativo dei premi letterari italiani, quello che porta il nome di un celebre liquore bene- ventano. Un appuntamento ricercato per gli amanti della vera Letteratura, quello inaugurato il 17 febbraio 1947 (appena terminata la guerra, mentre si era alla ricerca di pagine che po- tesseroanimarecoscienzeabbattute,madesiderosedi ritornareavivere...),aRoma,pervo- lontàdiMariaeGoffredoBellonci, scrittricee traduttrice lei, critico letterario lui, chedeve il suo nomeallafamosaaziendadi liquori beneventana,guidataall’epocadaGuidoAlberti, cherap- presentò il primomecenate.Personalmente,portounricordoparticolaredel “PremioStrega”: negli anni '70, laLibreriadiMasperoGatti, tanto riccadi successi letterari edi animazionecul- turale, invitòMariaBellonci aCremona,perpresentare il librosceltoperquell' anno:parlò, con dignità e alta tensione culturalenellaSalaMaffei, davanti ad un pubblico numeroso e attento: ame fu dato il compito di illustrare laFondatricedel Premio, con i ricordi di Libri chenon avevamo più dimenticato, da “La bella estate” e “La luna e i falò” di Cesare Pavese, a “Lessico Famigliare di Natalia Gin- zburg, a“Unaspiraledi nebbia”diMichelePrisco, a“Lamac- china mondiale” di Paolo Volponi , a “Clandestino” di Mario Tobino, per raggiungere Carlo Cassola... Abbiamo sognato davvero con i volumi del Premio Strega, hannocontribuitoalladefinizionedellanostrarealtàculturale, con Autori altri come Alberto Moravia e Leonardo Sciascia, Dacia Maraini ed Elsa Morante, passando per Giuseppe To- masi di Lampedusa e Umberto Eco. EmanueleTrevi, natoaRomanel 1964, giornalistadel “Cor- riere”, Autore di diverse opere, con il suo Libro “Due vite” è il PremioStregadiquest'anno,cheSandraPetrignani,su“Il Fo- glio” così presenta: “InDueVite si avverte la forzadi un rac- conto che probabilmente da anni premeva nelle intenzioni e sul cuore, echecuoree intellettoabbiano trovato lastradadi pagine talmente essenziali e vere da lasciare i lettori a lungo senza fiato, commossi, coinvolti, perturbati”. È l'intenso rac- conto di due vite, quelle di Rocco Carbone e Pia Pera, scrit- tori prematuramente scomparsi e legati da una profonda amicizia; vengono delineate le differenti nature: Rocco “Era una di quelle persone destinate ad assomigliare, sempre di più con l'andare del tempo, al proprio nome. Fenomeno in- spiegabile,manoncosì raro.Emolti lati del suocarattereper nientefacilesuggerivanoun’ostinazione,unarigiditàdaregno minerale; Pia Pera...” anima prensile e sensibile, così pro- pensaalle illusioni”, con lasua “timidasfrontatezzache, negli anni dellamalattia, simuta incoraggiopulizia interiore”.Sto- riesospese trabiografiaeautobiografia, cheparlanodi fami- glia e di amicizia, di vissuti personali che, in qualche caso, s'intrecciano con la Storia ufficiale e in altri rimangono chiusi nella sfera del privato. E' giusto ricordare che questo libro di Emanuele Trevi ruota attorno ad uno dei momenti più belli dellaLetteratura, l'Amicizia, chedai tempi ciceroniani arrivaa noi con la forza della convinzione, in tempi tormentati dalla “pandemia” e dalla demoralizzazione. Un libro bello e con- vincente, che sa educare ai valori, spesso colti in pagine di- sperse eppure tanto dense di contenuti: a pagina 81, una riflessione profonda: ricordiamoci “che non esiste nessuna parola adeguata al casino indecifrabile della vita umana, al suo perenne fallimento. Il racconto di Hemingway, ambien- tato inAfrica, èuna speciedi parabolamorale, la storiadi un uomo che, come Rocco, difficilmente potrebbe essere colle- gatoall' ideadi 'felicità'. Eppure, FrancisMacomer realizza sé stessoeacquista lasuapienadignitàpocoprimadimorire in un incidentedi caccia. È come se il velodell’infelicità, appena primadellafine, cadesseaterramostrandonuda lapiùenig- matica, impalpabile, sfuggente delle divinità: la vita felice”. Un libro, scriveConcitaDeGregorio, in “LaRepubblica”, “che in queste settimane ho desiderato imparare amemoria, in- corporare leparolecome fosseromie”. Il PremioStregaèdi- ventato, da subito, in quel drammatico dopoguerra, un fondamentale traino per l’industria culturale nazionale, oltre cheunsimbolodi speranzaedi fiducianel futuro.Mi congedo conunpassodi conclusione: “Quando immaginoPianel suo giardino, una cesta di vimini in unamano e una zappanell'altra,nonmivieneinmentesolounessere umanocherendevivibileoaddiritturabellounospa- zioestraneo.Quellochemi si fa incontroèun'imma- gine della totalità della vita, un'immagine che racchiude in sé ciò che è possibile sapere e ciò che non si può sapere, il giornoequellapartedellanotte che, comenelle sonatedi Chopin, nondiventamai la lucedell'alba, nonpassa, permane” . ...LA fORZA DI UN RACCONTO CHE PROBABILMENTE DA ANNI PRE- MEVA NELLE INTENZIONI E SUL CUORE... OCCHIO AL LIBRO “DUE VITE ” (PREMIO STREGA 2021) a cura di Angelo rescaglio* * direttore de “il dono del Sangue”

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