AVIS Comunale Cremona
6 di valerie Perrin (ed. eo ) Brancion-en-Chalon, 2017. In una piccola casa affacciata sul cimitero di questo paesino della Bretagna francese, vive Violette, la guardiana del camposanto, incaricata dal Comune di soprintendere alle celebrazioni, alle se- polture e alle manutenzioni. Violette vive da sola da anni, da quando il marito, solito andarsene per giorni e giorni, non la ab- bandona definitivamente per scomparire nel nulla senza lasciare tracce di sé. Forte dell’aiuto di un gruppetto di amici e colleghi, ormai diven- tati una seconda famiglia, Violette si dedica al suo lavoro anima e corpo: non si occupa solo di questioni pratiche e professionali, ma si prende anche cura di tutti coloro che vengono a rendere omaggio ai propri cari defunti. Tutti i visitatori sanno che nel pic- colo salottino, sempre accessibile, è possibile trovare una tazza di tè caldo, un cordiale, una fetta di torta, una parola di conforto. Dal canto suo, Violette è affascinata da que- sto andirivieni, dalle vite delle persone che le scorrono davanti come in un film, ne custodisce gelosamente i particolari in pile e pile di quaderni che riempie di det- tagli sulle cerimonie a cui assiste: stralci di orazioni fu- nebri, persone presenti, reazioni di sincera commozione e di affetto, ma anche di astio, gelosie e rancori familiari. Una vita apparentemente tranquilla, monotona, come il lento, placido scorrere di un fiume che segue impertur- babile il solco tracciato dal suo letto. Eppure questa serenità, questa routine sono frutto di grandi sofferenze e di un dolore terribile che permane come una brutta ferita che fa fatica a guarire, pronta a far male ad ogni movimento brusco. Violette, infatti, è orfana, orfana sia di genitori, che la abbandonarono in istituto da piccola, sia della sua bam- bina, Léonine, rimasta uccisa in un terribile incidente durante una vacanza estiva in colonia con altre compa- gne di stanza. Le bambine stavano dormendo nella loro camera quando la cucina della residenza prese fuoco. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, si sarebbe trattato di un terribile incidente dovuto allamancanza di manutenzione degli impianti della residenza che, d’al- tronde, versava in cattive condizioni nella generale con- nivenza dello staff e della direttrice. È davvero andata così? Mentre Violette annega in un mare nero di dolore, suo marito sembra non accettare questa versione, mettendo in dubbio la sincerità dei te- stimoni e la veridicità delle loro dichiarazioni. Un solco profondo si scava tra i due coniugi, che alla fine rimangono uniti solo in quanto genitori di una bambina che non c’è più. Violette si trova sola, quasi abbando- nata a se stessa, con un dolore troppo grande da ela- borare e uno strappo nell’anima impossibile da ricucire, un rapporto simbiotico perso per sempre e un rapporto di coppia deteriorato e consumato. Violette fatica a rimettere insieme i pezzi della sua vita, ma la tranquilla routine di quel paesino della Bretagna in cui si trasferisce dopo la tragedia riesce a ridarle forza e stabilità, a costo di rinunciare alle emozioni più forti e prorompenti. La routine cura le ferite, ma forse non basta per ricominciare a vivere una vita degna di que- sto nome. Il lettore avrà l’incarico di accompagnare Violette in que- sto percorso di morte e di rinascita, prendendola per mano e assorbendo il dolore e la dignità nel dolore che dimostra questa donna. Non un’eroina da film, non una brillante donna in car- riera sotto le luci della ribalta, non una vittima, ma una donna comune, fragile e forte al contempo, in cui im- medesimarsi e per la quale sperare in un lieto fine. ... siccome l’infelicità non mi è mai Piaciuta, Ho deciso cHe non sareBBe durata. la sfortuna deve Pur finire, Prima o Poi. ... occHio al liBro “camBiare l’acqua” a cura di Lucia Catelli
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