AVIS Comunale Cremona
8 GAGLIARDI FRANCESCO: 30 MARCE DEL PASSA- TORE… E NON DIMOSTRARLE INIZIATIVE SPORTIVE Con l’edizione del 2019, alla 47° Edizione della 100 Kmdel Passatore, Gagliardi Francesco, organizzatore della 46° Marcia del Torrone, ha raggiunto la sua 30° partecipazione e 30^ volta “IO C’ERO”. Questo è un risultato che lo rende molto soddisfatto, perché con la 30°volta (per adess..) completa una collezione che pochi podisti possono dire di aver con- seguito, in quanto il tutto è stato costruito e realiz- zato senza l’assillo del “tempo”. Il tempo, questo parametro della nostra vita, condiziona giornalmente la nostra esistenza, ma negli ultimi de- cenni si è fatto sempre più incalzante e predatorio del nostro esistere. Il camminare aiuta a vivere il tempo in maniera diversa, a prendersi il tempo, ad accettare i li- miti di chi vive sulla terra. A volte il cammino è una meta non tanto definita (anche se c’è un arrivo), ma anche la vita è un camminare senza conquistare sempre e solo il traguardo. Noi siamo solo alberi recenti di un bosco an- tico e quindi riscopriamo senso nei ritmi della natura da cui ci arriva la serenità che consente il disincanto e l’emozione per le piccole grandi cose della vita. Questi si- gnificati del camminare sono collegati al concetto che abbiamo del tempo. Scadenza o opportunità? Ma per vivere il tempo reale e gustarlo, per camminare disincantati ed emozionati, servono pazienza, costanza e perseveranza. Essere passisti non velocisti. La pazienza è la virtù dei vecchi, ma i giovani dovrebbero anticiparla. Non è di moda camminare, parlare, perché viviamo in un mondo impaziente . Le possibilità sono tante ma la vita è breve; così siamo pressati dalle scadenze, dalla velocità a raggiungere traguardi più o meno immaginari e non necessari. Non si ha più tempo di attendere. Tanti giovani non vivono, quando stanno con gli altri guardano il loro smartphone, il mondo digitale li domina. Invece di guardare e soddisfarsi della visione, fotografano; invece di riflettere su se stessi … si fanno selfie, sono sempre in fuga dal loro vuoto interiore, non hanno pazienza per ca- pirsi in profondità sul senso della loro vita, forse proprio loro hanno più bisogno di camminare, di pensare cam- minando, di progettare camminando … Pensando alle nostre marce, quelle che tempo fa crea- rono lo spirito Fiasp – la Marciaeuropa, le Giornate Vir- giliane, la Tre giorni di Portogruaro, la 307, la Due giorni di Pavia, Gonars, Foglizzo, la 10 ore di Cambonino a Cremona – costringevano i podisti a “stare assieme” per diverse ore o diverse giornate. Allora ci si poteva: par- lare, conoscere, discutere dei problemi della vita, e così si creavano amicizie vere che durano tuttora; … questo è il vero spirito Fiasp. Oggi invece tutti abbiamo fretta, ci si lamenta anche se la premiazione dei Gruppi viene fatta alle 10,10 invece delle 10; come se tutti doves- simo rincorrere la vita invece di viverla. Vedo molti podisti che vivono il “tempo” della marcia … di fretta, correndo sempre come nelle corse Fidal, cioè vivono solo il tempo Krònos, quello che è sull’altare di ogni corsa competitiva, venerato come un Dio che invece di apportarci benessere ci crea solo stress. Nelle nostre manifestazioni invece, si favorisce sì la socialità ma questa deve essere perseguita con più caparbietà, … secondo me la Fiasp do- vrebbe favorire ed incentivare le manifestazioni lunghe, di diverse ore, dove si creano i “globuli rossi Fiasp” … quelli lenti del passista, del Dio Kairòs, altrimenti saremo sempre dominati dai “globuli rossi Fidal” … quelli del velocista, del Dio Krònos, caratterizzati solo dalla prestazione atletica. A differenza del passato ora abbiamo tanti Percorsi Cir- colari, e senza inventare nulla di nuovo, perché non tra- sformarli per un giorno in una manifestazione ripetitiva, … inizialmente magari di 6 ore, poi se la cosa prende piede .. aumentare il tempo, in modo da ricreare il vero spirito Fiasp, anche perché senza questo elemento le no- stre manifestazioni andranno sicuramente verso un de- clino inesorabile, perché i più ci vedono dall’esterno … né carne, né pesce. Si deve ricreare cioè la nostra vera identità di non com- petitivi, … è solo avendo seguito questa mia imposta- zione ludico motoria che sono riuscito a “fare 30 Passatore”. Se avessi inseguito il “tempo della presta- zione” mi sarei accontentato solo di qualche partecipa- zione perché poi, … non sarei più riuscito negli anni a migliorare il mio tempo precedente, ma io non ho mai inseguito sull’altare del tempo solo la prestazione, ma ho inseguito la mia soddisfazione di esserci e di riuscirci, di fare “una cosa” che mi piace, che mi appaga. Si deve inventare cioè qualcosa che non corra sempre, come le notizie dello smartphone, e in questa imposta- zione gli attori principali devono essere i bambini, il no- stro futuro. Si deve creare l’humus per far crescere le nuove piantine se si vuole che il bosco Fiasp non inari- disca e si desertifichi poi troppo in fretta. Scusate di questa mio sfogo, magari prolisso, ma mi sen- tivo di comunicare questo pensiero, (della fretta) che vedo troppo spesso realizzato nelle nostre manifestazioni. La corsa e il cammino sono un recupero delle nostre radici vitali, in osmosi con il mondo, attraverso il ritmo del pro- prio passo e un restituirsi ad esso devotamente … proprio in punta di piedi, accarezzando il suolo con un movimento ritmico, rispettoso e delicato.
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