AVIS Comunale Cremona

10 DI ORIANA FALLACI (ED. EDIZIONI RIZZOLI) * direttore de “il dono del Sangue” Riprendere le “pagine scritte” di Oriana Fallaci soddisfa intensa- mente la propria coscienza e rimanda ad una stagione indimenti- cabile del giornalismo italiano, animato da cultura e attento ai valori più autentici: le sue interviste, il suo trovarsi in mezzo alle guerre più tragiche di un tempo da dimenticare, la sua passione per una “storia dell' umano” paurosamente in crisi...rimangono aspetti di una testimonianza che rimarrà oltre i tempi ( tra le interviste, quella con Komeinj – appena tornato dall'esilio – si è inserita negli Annali della Storia, perché avrebbe potuto concludersi con una ven- detta da parte del potente uomo politico...). Ora, per iniziativa del “Corriere della Sera”, è stato riproposto della intelligente e acuta Giornalista il volume “ Quel giorno sulla luna ”, che ci richiama a quel memorabile tempo – giugno 1969 – quando si raggiunse la luna, e a Kape Kennedy era presente, tra la schiera di giornalisti provenienti da tutto il mondo, anche la Fallaci, con la sua voglia di notizie e il suo desiderio di portare gli uomini a “so- gnare”: “Un uomo, messo accanto a quel razzo, sembra meno di una formica. È un razzo così ciclopico che la sua altezza equivale a quella di un grattacielo con trentasei piani, la sua ampiezza è quella di una stanza di sette metri per sette. Pieno di car- burante, pesa tremila tonnellate. Per alzarsi, ha bisogno di una spinta pari a quattromila tonnel- late. Se ne raggiungi con un ascensore la cima, io l'ho fatto, ti coglie il terrore. E di ciò non ti rendi conto alla televisione o quando lo guardi dal re- cinto della stampa che è il più vicino alla pista di lancio: un chilometro e mezzo”. In questo anno del Cinquantenario dello sbarco sulla luna ( 1969 – 2019 ), è utile ricuperare il volume della Fallaci, come lo fu nel 1009 per il “quarantesimo” (nella Prefazione della ristampa di oggi, opera di Giosuè Boetto Cohen, leggiamo: “Fa bene leggere Quel giorno sulla luna in questo 2009... In un Occidente molto meno partecipe che negli anni Sessanta, ma che dà segni di risveglio, A Washin- gton abita da qualche mese un presidente giovane che ha ripreso a tracciare una 'nuova frontiera' per il suo Paese. E, forse, a smuovere le coscienze in qualche altro pezzo di mondo. Se la crisi passerà in fretta e se Obama riuscirà a tessere un'alleanza planetaria con europei, russi, ma anche cinesi e indiani, forse troverà i soldi per rimettere in moto il viaggio su Marte, la prossima Luna. A Oriana questo sarebbe piaciuto molto”. Il Presidente di oggi dell'America non ha saputo otte- nere il massimo del successo nel ricordo cinquantenario dello sbarco sulla Luna, perché non uomo di scienza e preoccupato di altre cose guardando al suo Paese. Certo, le pagine della Fallaci ( “La più grande avven- tura del secolo...Quel giorno sulla Luna...Il giorno dopo...La partenza...Dialogo dei giorni feriali...Sulla Luna!...Il ritorno sulla terra...Di che cosa è fatta la Luna”) avrebbero permesso di attri- buire all'America riconoscimenti enormi e salutari. Sul tema dei sacrifici, che l'impresa ha richiesto, la Oriana Fallaci si sofferma sull'uomo che resterà in or- bita intorno alla Luna: senza sbarcarci: “Se non è con- tento, peggio per lui: dannazione! Quell'uomo ha un compito molto importante, dannazione! Tocca a lui riportare a casa i due della luna. e se non ci riesce, se non li raccatta, se il lm non si rialza dalla superficie lunare, deve tornare solo: accom- pagnato solo dal suo dolore. lo so bene che quello destinato a restare in orbita non è mai contento: arrivare fin là. Guardarsi la luna e non poterla toccare. ma che posso farci? e' la vita. non si può rendere tutti contenti. e c'è chi la luna deve guar- darsela ancora più da lontano. Come me” . Nel suo volume, la Fallaci raccoglie pure il dialogo regi- strato l'ultimo giorno di viaggio di ritorno alla Terra: Ar- mstrong, Collins e Aldrin sono a 115.165 miglia dalla Terra... “Io voglio dire soltanto che la responsabilità di questo volo spetta anzitutto alla storia. Ai giganti della scienza che hanno preceduto il nostro sforzo...A tutta la gente che stanotte ci ascolta e ci guarda: che Dio vi benedica. Buonanotte dall'Apollo 11 e arrivederci a tra poco”. Così, Oriana Fallaci ci fa rivivere quella notte di sogno, a distanza di cinquanta anni, e forse anche noi siamo meno soli. ... LA PIù GRANDE AVVENTURA DEL SECOLO ... OCCHIO AL LIBRO “qUEL GIORNO SULLA LUNA” a cura del prof. Angelo rescaglio*

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