AVIS Comunale Cremona
6 GIANlUIGI BOlDORI...AppASSIONAtO RICER- CAtORE DI MEMORIE DI CASA NOStRA Per alcuni giornalisti dei nostri tempi sembrava con- cludersi la presenza – preziosa per tanti significati - del “ricercatore di notizie”, di chi sfoglia pagine e pa- gine per raccontare “storie”, secondo la nobile lezione di Dino Buzzati, che ci ha fatto tanto sognare; Gian- luigi Boldori, con la sua pazienza culturale, con la sua ricca memoria e il suo senso del concreto, ha conti- nuato una vita alla individuazione di tutto quello che poteva servire per “ricostruire” fatti ben presenti alla sensibilità di noi cremonesi. E sono nati, in questi anni, pagine che hanno aiutato noi tutti ad entrare nell'anima di avvenimenti destinati a lasciare un segno, negli annali della Città: nel 2004, “10 luglio 1944 – Piccola Storia Cremonese”, libro che ripropo- neva il tragico bombardamento appunto del '44, con il triste bilancio di centodiciannove morti tra ferrovieri in servizio e civili, nelle Edizioni dell' Associazione Do- polavoro Ferroviario Cremona, di cui Boldori fu sem- pre una voce ricca di interessi culturali e umani; nel 2008, scriveva “Isola felice – storia dell'Avis comu- nale di Cremona”, con una pagina straordinaria, frutto della analisi attenta di Boldori: “La ricorrenza del primo anniversario ( Giornata del Volontario del Sangue ), è domenica 25 febbraio 1951. L'Avis cre- monese organizza la propria manifestazione al Tea- tro Ponchielli. Per il discorso ufficiale è invitato un oratore d'eccezione: don Primo Mazzolari”; e segue il testo integrale, che chiude con questa riflessione: “Il domani che vogliamo è alle porte, perchè siamo tutti gente travagliata da una angoscia per cui pos- sedere è come non possedere, godere è come non godere, fino a quando ci sarà una lacrima non asciu- gata, una sofferenza umana non consolata”. Da uomo della ferrovia, Gianluigi Boldori ricordò pure un anniversario della rete ferroviaria “Cremona Fi- denza”, con pagine ricche di ricordi e di traguardi, sempre con quello stesso entusiasmo che, in tanti anni, gli abbiamo riconosciuto; quindi, nel 2013, esce il suo volume “Parole di pietra”, storia guidata di Cre- mona incisa sui muri, che ci conferma nell'idea del Suo attaccamento alla città che tanto bene cono- sceva, fino nei minimi particolari. Da credente, negli anni del congedo, stese l'opuscolo sulla Chiesa della Santissima Trinità, luogo di culto vicino al suo am- biente di vita, denso di ricordi per Lui. Per quasi tutti questi “lavori”, che miravano ad iden- tificare una “storia” particolare di Cremona, la città del cuore, chiese a me di stendere una “Presenta- zione”: impegno che volentieri accettai, conoscendo lo stile del Suo “lavorare” attorno a una “proposta” che meritava di non cadere nel vuoto. Ecco alcuni miei pensieri di allora, che volentieri ripropongo qui, come ricordo di un affetto e di una stima che conti- nua nel tempo: “Anche queste note, tra Storia-Cro- naca e Poesia, rimarranno come un tacito invito a riflettere, sui percorsi dei tempi, come vorremmo fossero sempre, 'tempi dell'umano', trasmettendo ai Giovani valori che, insieme, ci hanno unito, di fronte a scenari mondiali ancora pieni di paure e di dram- matiche attese; ma saranno ancora la nostra forza di continuare e la nostra sete di fratellanza a dare voce ad una Storia che va costruita, giorno dopo giorno, con l'impegno e la responsabilità di tutti. E sono i nostri giorni” ( da “10 luglio 1944 – Piccola storia cremonese” ) ; “...questo Libro non è desti- nato ad una stagione soltanto, non appartiene a quella serie di ricerche limitate ad un fatto e a un'epoca, bensì dovrà rimanere, più che negli scaf- fali, nelle coscienze, proprio perchè continuerà a par- lare di uomini e di donne che non possiedono una storia particolare, con notizie conosciute solo nella proprio sensibilità. Dal 1933, mentre l'Europa viveva una trepida attesa di paura, a Cremona si è accesa una fiamma, che ha illuminato tutto il successivo corso del Novecento, un secolo variamente definito, qui rappresentato nelle sue espressioni migliori, come felice augurio per le generazioni che verranno con il nuovo Millennio”. Dietro le parole, di una certa risonanza, si alza l'uma- nità e la dignità di Gianluigi Boldori, che ha percorso la nostra Terra, interrogando uomini e realtà con- crete, con la saggezza di chi sapeva “vedere”, in un destino di perennità. a cura del prof. Angelo rescaglio* * direttore de “il dono del Sangue”
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDMyMQ==