AVIS Comunale Cremona
7 DI ALESSANDRO D' AVENIA (EDIZIONI MONDADORI ) * direttore de “il dono del Sangue” Come far coincidere la dimensione del narratore e quella dell'insegnante? Impresa non facile, ma certamente riuscita al prof. Alessandro D'Avenia, dottore di ricerca in Lettere Classiche e docente di Lettere al Liceo. Una conferma precisa ed eloquente ci viene dal suo nuovo libro “ogni storia è una storia d'amore” , in cui al centro di tutto c'è l'amore inteso come alle- anza coniugale, con un riferimento continuo alla vicenda modello di Euridice e Orfeo, così come Ovidio ( poeta elegiaco latino dell'età di Augusto...) ce la consegna nelle “Metamorfosi” e, nello stesso tempo, con una verificameticolosa delle fonti (Orfeo è noto per il tragico amore: il giovane si era sposato con Euridice, che amava con tutto il trasporto del suo cuore buono; la giovinetta, mentre un giorno fuggiva inseguita dal pastore Aristeo, che se ne era innamo- rato, fu morsa da una vipera e morì. Orfeo, spinto dal dolore, ebbe la forza di scendere agli Inferi e, con il suo canto, ottenne da Proserpina la restituzione della sposa; ma ad un patto: che egli non la guardasse prima di essere fuori da quel terribile luogo. Orfeo non seppe resi- stere; appena tuttavia si volse a guardare Euridice, questa, trasportata da una forza miste- riosa, ritornò ancora nella regione sotterranea. Un disperato dolore prese allora l'anima del poeta, che ramingò per le regioni della Grecia, sempre invocando il nome della sposa e into- nando tristi melodie. Alfine le Baccanti, adirate contro di lui, poiché non voleva unirsi ai loro indecorosi riti, lo uccisero). E D'Avenia annota “La storia di tute le storie d'amore è quella di Orfeo ed Euridice...perchè non c'è trasformazione più radi- cale di quella generata dall'amore”. Due le domande attorno cui l'Autore costruisce le sue “vicende”: L'amore salva? e Che cosa è l'amore? Le risposte sono esaurienti: “Allora ho ascoltate le donne, innamorate o disamorate che fossero, di tutto lo spa- zio e di ogni tempo...Loro, con l'intelligenza del cuore che le chiama a farsi carico di ogni promessa di bel- lezza, a indirizzare lo sguardo verso tutto ciò che è vivo, tutte mi hanno risposto, generose o stanche, fe- lici o frantumate, sempre hanno risposto, anche loro malgrado, perchè sono condannate all'amore in ogni cellula, non possono farne ameno...sanno che l'amore ricuce lo strappo tra la felicità a la vita, perché solo l'amore permette alla vita di rinascere una e una volta ancora” (dal Prologo); l'amore è “Il bisogno di uscire da se stessi...l'estasi che tutti cerchiamo per redimerci dalla nostra fragilità...Il nostro desiderio di infinito è soddisfatto dalla consistenza dei nostri amori, non da emozioni da superficie ma dalla spinta con cui, al ri- piegamento su noi stessi, ci apriamo al rischio del tu, all'avventura della vita, Solo le relazioni, con il loromo- vimento ora faticoso ora gioioso, conducono alla defi- nizione profonda di sé e alla fioritura dell'io” ( da Partenza: la mappa del viaggio ). Nella “Nona sosta...il sacrificio” - secondo l'ordine schematico di queste pagine – Nadezda ( “...il tuo nome vuol dire spe- ranza. La speranza di un segnalibro, la misura di ciò che non possiamo perdere, perché ne andrebbe di noi stessi” ) è unica, ma non è sola. La moglie del poeta russo Osip Mandel'stam, rimasta celebre per aver salvato dalla distruzione, imparan- dole a memoria, le poesie del marito imprigionato nel gulag, è una delle figure di donna che Alessandro D'Avenia convoca nel suo nuovo libro; una scelta che potrà apparire sorpren- dente, questa di ripercorrere la storia dell'arte e della lettera- tura in una prospettiva tutta femminile, ma che procede in perfetta coerenza rispetto al precedente libro di D'Avenia, “L'arte di essere fragili...come Leopardi può salvarti la vita”, pubblicato lo scorso anno, all'origine di un fortunato tour tea- trale. Non sempre il narratore è riconoscibile, come nel caso di Nadezda, il cui coraggio è restituito da un anonimo buro- crate sovietico, affascinato dal coraggio della donna, che “ha capito che la verità risiede nell'amore più che nello Stato”. Mi congedo dal volume, che risulterà interessante per tutti, con il ricordo – posto alla fine de “il sacrificio” (Presenta- zione...) - della morte di don Pino Puglisi ( 'il professore di re- ligione della mia scuola superiore' ), ucciso vigliaccamente da Salvatore Grigoli (“implacabile killer che a trent'anni aveva già compiuto una cinquantina di omicidi” ): di fronte al “sorriso inatteso” della vittima, decide di cambiare vita ( e D'Avenia scrive il suo terzo romanzo “Ciò che inferno non è”, onde “sco- prire il segreto di quel sorriso, scaturito da zone interiori,mi- steriose, totalmente libere” )...Meraviglioso il commento successivo: “Volevo capirne e viverne le ragioni attraverso la narrazione. Quel sorriso mostra un amore che ama anche il proprio nemico e gli consente di sentirsi amato. Solo questo amore trasforma l'altro, solo questo amore vince lamorte. Chi sa e può amare così è sempre libero, non si lascia ingabbiare da nessun odio o caduta, da nessuna ferita e/o fallimento. Questo è l'amore che voglio, questo è l'amore con cui voglio amare. Solo così posso guarire dal disamore che mi porto dentro”( pag.236 ). In un volume così denso di messaggi e di valori, chiarissimo rimane, di volta in volta, l'interrogativo che attraversa il libro per intero: “Che l'amore possa salvare...non è più unmistero, il mistero è perché respingiamo la salvezza, gettandoci nelle spire del disamore, nel tentativo di procurarci da soli la vita succhiando quella degli altri”. ... ... OCCHIO AL LIBRO “OGNI STORIA E' UNA STORIA D'AMORE” a cura del prof. Angelo rescaglio*
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