AVIS Comunale Cremona
7 DI GIAN MARIO VIllAlTA (EDIZIONI MONDADORI) * direttore de “il dono del Sangue” “Tutto è evaporato in pochi giorni. Già dalla settimana successiva la scuola ha ripreso una parvenza di normalità...tutto è finito nel nulla, rinviato alla ripresa. Perchè l'anno scolastico corre veloce verso il suo epilogo: le ultime verifiche, i programmi a consuntivo, gli Esami di Stato” . Siamo all'ultimo capitolo - “La scuola è una follia” - di un libro diverso, autore Gian Mario Villalta, ampiamente conosciuto dai lettori (grazie anche al fortu- nato romanzo del 2004 “Tuo figlio”): scrive, ora, “Scuola di felicità” , per le edizioni Mondadori, inserendosi in quel filone letterario che da noi, negli ultimi trent'anni, ha dedicato al mondo della Scuola un'attenzione particolare (realtà che rafforza implicitamente la percezione di una situazione in perenne stato di emergenza...), sia nei romanzi, come nei saggi, con una volontà percisa di far crescere e maturare la dignità della formazione scolastica. La citazione di inizio continua con questa precisazione: “D'altra parte, la scuola è così: drammi personali e sciagure mondiali, morti, nascite, separazioni, nuovi amori e vecchie amicizie non spo- stano di un minuto il campanello della prima ora. Alle 8.10, ogni giorno, la scuola ricomincia esattamente come ieri e come ricomincerà domani. Un esercito silenzioso che procede sostituendo ogni anno le perdite, ricompattando i reparti, difendendo il fronte incerto delle aspi- razioni e delle paure di tutti. E' il vero esercito degli immortali, perchè insegnanti e alunni – sotto regimi e sistemi di istruzioni diversi – ogni giorno perpetuano l'appello delle generazioni e sostengono il fronte della memoria, della trasmis- sione del sapere e del suo desiderio”. Ecco il ritratto della Scuola, di tutte le stagioni, che si completa tra memoria , sapere e desiderio , come, del resto, abbiamo letto nei libri di Domenico Starnone (“Ex cattedra”, “Sottobanco” e “Solo se interrogato”), di Paola Mastrocola (“La scuola raccontata al mio cane”), di Aurelio Picca (“L'esame di maurità”) e di Edoardo Al- binati (“Maggio selvaggio”, resoconto di un anno di ine- gnamento in carcere). Pure Gian Mario Villalta, con tanti anni nella scuola, “uno dei nostri narratori più appartati e sicuri” (come lo ricorda Massimo Onofri, in una presentazione giornali- stica), si misura, ora, col tema in questo libro, dal titolo fortemente significativo, dove emergono i paradossi di una “didattica” che vorrebbe trasformassi “in ingegne- ria del benessere”. Nell'anno scolastico 2013-14, il protagonista del ro- manzo è un professore di materie letterarie, oltre i cin- quant'anni, vedovo e ricco, che farebbe a meno di lavorare, se non avvertisse, giorno per giorno, che la quotidiana fatica scolastica gli è utile per superare la noia di un impegno in cui non si riconosce più, anche per la presenza di alcune pedagogie “da progressismo burocratico”, che vorrebbero apparire il progetto di una “Scuola della Felicità”. Al centro di questo progetto si impone la nuova Diri- gente scolastico, Lisa Bardella, con un passato di impe- gno politico rilevante ma frustrante: la occompagna un'abilità dialettica per rendere bene l'esperienza in atto, come anche una capacità nell'affrontare i mezzi di informazione di massa, con una convinzione precisa, cioè a Scuola – per salvaguardare i posti di lavoro e quindi aumentare il numero degli iscritti – si può parlare di “Fil”, vale a dire di “Felicità interna lorda”, guardando con interesse le Istiruzioni e gli Enti finanziari. Nella classe, gli studenti si dividono in due gruppi, i “Benesserini”, quelli che approvano i metodi della Diri- gente, e i “Marci”, che invece si ribellano e privilegiano altre selte; il docente non accetta, senza essere uno di quelli che contestano, l'impostazione data ( non vuole sostituire il termine “interrogazione” con l'espressione “unità didattica di verifica delle conoscenze attraverso il dialogo formativo” ). Preferisce costruirsi un proprio spazio, accanto ad una sua umanità, che sa capire ed interiorizzare i mondi con cui deve convivere, ma rimanendo fondamentalmente solo. Eppure, il suo alunno Giani gli telefonerà, alle undici di sera, per chiedergli aiuto, con l'implorazione di raggiun- gerlo, addirittura, in un posto difficile, per soccorrere – in una situazione precaria – il suo compagno Bedin che sta male: il professore apparentemente distaccato è, sempre, l'uomo dei sentimenti veri e autentici, che sa fare anche amicizia con gli studenti. Ha ragione, ancora, Massimo Onofri, nel riconoscere che Villalta, fondamentalmente, scrive “una riflessione sui buoni e sui cattivi maestri”. ... l’ANNO SCOlASTICO CORRE VElOCE VERSO Il SUO EpIlOGO: lE UlTIME VE- RIfICHE, I pROGRAMMI A CONSUNTIVO, GlI ESAMI DI STATO... OCCHIO Al lIBRO “SCUOlA DI fElICITA'” a cura del prof. Angelo rescaglio*
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