AVIS Comunale Cremona

11 DI CLAIRE kEEGAN (ED. EINAUDI) conseguenze. In quei giorni di Avvento qualcosa però lo tocca nel profondo: consegnando il carbone al convento locale, Bill si trova davanti una ragazza smunta, vestita di stracci e confusa, che gli rivela una situazione difficile da accettare. Una rivelazione che non è poi così sconcertante, perché ancora una volta come tanti altri, Bill aveva scelto di non sapere. Le suore del Buon Pastore, che possedevano il convento, gestivano al suo interno un istituto femminile che dava alle ragazze una istruzione di base ed una lavanderia in cui lavoravano ragazze povere, cacciate di casa perché incinte fuori dal matrimonio o riconosciute colpevoli di qualche errore. Scrive l’autrice: la lavanderia aveva un’eccellente nomea: ristoranti e pensioni, la casa di riposo, l’ospedale e tutti i preti e le famiglie abbienti mandavano lì il bucato. A dare retta alla voce che giravano, qualunque cosa finisse lì, che si trattasse di un sacco di lenzuola o semplicemente di una decina di fazzoletti, veniva riconsegnato come nuovo”. Ma queste povere ragazze vivevano segregate ed in regime di schiavitù, private del loro bambino. Bill Furlong è un uomo semplice, che nella sua vita è sempre riuscito ad apprezzare anche le piccole cose, senza inseguire altre ambizioni oltre a una certa tranquillità e al minimo benessere che consentisse a lui e ad Eileen, sua moglie, e alle cinque figlie di vivere dignitosamente e senza troppe preoccupazioni. Ma dopo questo incontro sente che è ora di prendere posizione, di non girarsi dall’altra parte anche a costo di inimicarsi le potenti suore. Significativa è la frase che pronuncia, quasi un dialogo con se stesso in mezzo a tante persone che acquistano gli ultimi regali di Natale. «Mentre proseguivano e incontravano altre persone che conosceva e non conosceva, si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l'uno con l'altro. Era possibile tirare avanti per anni, decenni, una vita intera senza avere per una volta il coraggio di andare contro le cose com'erano e continuare a dirsi cristiani, a guardarsi allo specchio?». In questo interrogativo e nella sua risposta stanno il fascino e la forza di questo piccolo libro. ... PERCHé LE COSE PIù VICINE SONO SPESSO LE PIù DIffICILI DA VEDERE? ... OCCHIO AL LIBRO “PICCOLE COSE DA NULLA” Un libro snello, quasi un romanzo breve, “Piccole cose da nulla” è in realtà, sotto l’apparenza descrittiva, un testo che fa riflettere: sul valore della vita, sull’importanza delle scelte che facciamo, sulla coerenza interiore. Ambientato in Irlanda nel 1985, in un piccolo villaggio in cui la crisi economica si fa sentire, a pochi giorni dal Natale, il protagonista, Bill Furlong gira per fattorie e villaggi sotto la neve con il camion carico di legna, torba e carbone. Nessuno vuole restare al freddo la settimana di Natale, anche se poi si farà fatica a trovare i soldi per saldare il conto e bisognerà chiedere a Bill una dilazione. Ma chi è Furlong? figlio di una ragazza madre accolta benevolmente come domestica dalla signora Wilson, a capo della famiglia più ricca del paese, Bill non ha mai saputo chi fosse suo padre ed è cresciuto diviso tra il voler capire e il non farsi troppe domande, perché indagare sé stessi equivale sempre a indagare il mondo, e non tutti sono pronti a farlo e ad accettarne le a cura di Andreina Bodini

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