AVIS Comunale Cremona

4 EDITORIALE IL DONATORE AVISINO: IMPORTANTE, INSOSTITUIBILE di Andreina Bodini e Giuseppe Scala Questo editoriale é scritto a quattro mani perché in- sieme, presidente e vicepresidente, abbiamo parteci- pato ad un convegno organizzato sabato 25 gennaio 2020 a villa Cagnola dall'Avis sovracomunale di Varese. Un'Avis amica che tutti gli anni ci invita per condividere parte del percorso e sviluppare insieme momenti di ri- flessione con l'ausilio di validi relatori. Il titolo "AVIS: volontari, operatori, pazienti...in fa- miglia!" ci era parso intrigante, ma anche oscuro nel- l'ultima parte e così abbiamo voluto essere presenti per capirne di più. Moderato da Alberto Argentoni ex presi- dente di Avis nazionale e da Massimo Lauri, presidente Avis regionale Marche, il Convegno ha visto l'illustra- zione dei dati dell'Avis ospite e le considerazioni del dott. Giulio Carcano sul senso della vita e sull'effetto trainante che alcune donazioni, di sangue, di plasma, di organi, esercitano sul comune sentire soprattutto se adeguata- mente veicolati da pazienti e media. Ben presto però l'attenzione dei relatori si é spostata sulla figura del donatore di sangue. Molti di noi, per mo- tivi anagrafici o per il vissuto in Avis, sono legati alla fi- gura del donatore "vecchio stampo", per intenderci il donatore fortemente legato alla sua associazione, pre- sente nei momenti istituzionali ( assemblee, incontri ecc), pronto a dare una mano quando serve. Invece la realtà é cambiata a causa della pendolarità del lavoro ad esempio, delle esigenze individuali, della scarsità del tempo a disposizione e chi più ne ha più ne metta. Ce lo andiamo ripetendo da tempo, ma permane in noi, che ci occupiamo degli aspetti organizzativi dell'Avis, la netta sensazione di essere sostanzialmente soli nel gestire diversi aspetti associativi, e non teniamo in debita consi- derazione l'evolversi del sociale che ormai ci fornisce, in tutti i campi, un'immagine del volontariomolto cambiata. Per usare le parole di Aldo Cardani, presidente dell'Avis sovracomunale medio varesotto, "Purtroppo però la figura del donatore è in continua evoluzione, dif- ficilmente interagisce e si integra nella vita asso- ciativa in modo tale da divenire lui stesso mezzo promozionale dell’Associazione e veicolo di una cultura di attenzione agli altri con il suo esempio che invoglia ed incuriosisce a fare altrettanto. Oc- corre quindi capire quanto Avis ed i suoi dirigenti siano in grado di ricoprire un ruolo determinante sotto l’aspetto della fidelizzazione del socio." Tra gli interventi, é apparso molto significativo, quello di Elena Marta, docente presso l'Università Cattolica di Mi- lano, che ha presentato il risultato di una ricerca con- dotta con Giorgia Marinelli. Dati allamano ha dimostrato che il tema della donazione e del prosociale in genere af- fascina ancora e costituisce una spinta ad avvicinarsi ad una realtà di volontariato come la nostra. Ma una volta stabilito il contatto tra il donatore e l'asso- ciazione non bisogna dare per scontato che il donatore sia "acquisito"per sempre e trovi in sé lemotivazioni per continuare nell'impegno che lui stesso si é preso. C i si deve rendere conto che Il volontario é cambiato; ha bi- sogno di riconoscimento del suo operato, di gratifica- zione. Una gratificazione di tipo morale certo, non venale, ma che gli faccia percepire di essere prezioso, indispensabile e che gli dia la percezione che l'Associa- zione gli é vicina. Siamo tornati "carichi"di buoni propositi. Abbiamo pen- sato, caro donatore, che, se non ti abbiamo mai detto apertamente quanto sei importante per noi e per le per- sone che necessitano del tuo dono, abbiamo fatto un'omissione da riparare subito. Scrivendo sul nostro giornalino associativo il nostro più vivo GRAZIE.

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